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L’INAIL traccia il quadro completo della normativa nazionale e internazionale e delle misure attuabili per combattere discriminazioni e abusi

Sono 1 milione e 403 mila le donne fra i 15 e i 65 anni, pari al 9% circa dell’intera popolazione lavorativa, ad aver subito ricatti o molestie sessuali sui luoghi di lavoro (dati Istat – 04/2018). Un fenomeno di proporzioni significative, ancora in gran parte sommerso, da contrastare attraverso una rete multidisciplinare di servizi che supporti le vittime dalle conseguenze fisiche, morali e psicologiche dei comportamenti molesti o violenti.

Garantire un ambiente di lavoro sano, privo di fattori di discriminazione e di qualsiasi forma di violenza, fisica o psicologica, significa migliorare la produttività e la qualità delle prestazioni, riducendo, allo stesso tempo, il rischio di infortuni e di malattie professionali.

Per raggiungere questo obiettivo le norme internazionali e nazionali prevedono una serie di strumenti operativi a disposizione della PA e dei Comitati unici di garanzia. Il Cug dell’Inail, particolarmente sensibile ai temi della tutela del lavoro, durante un seminario sulla prevenzione e il contrasto delle molestie e delle violenze sul lavoro, ha illustrato gli ultimi provvedimenti in materia, tra cui la Convenzione dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) del 2019 e la Direttiva 2 del 2019 della Presidenza del Consiglio dei Ministri “Misure per promuovere le pari opportunità e rafforzare il ruolo dei Comitati unici di garanzia nelle amministrazioni pubbliche”.
Il direttore centrale risorse umane dell’Inail, Giuseppe Mazzetti, ha sottolineato l’importanza dell’integrazione tra il ciclo della performance organizzativa e le politiche di pari opportunità.Pari Opportunità
La nuova convenzione adottata dall’Oil sull’eliminazione della violenza e delle molestie nel lavoro, non protegge solo i lavoratori dipendenti, ma tutti i lavoratori, indipendentemente dallo status contrattuale.
Si applica a tutti gli abusi che si verificano in occasione di lavoro, in connessione con esso o che scaturiscano da dinamiche lavorative, quindi anche durante viaggi o spostamenti e a seguito di comunicazioni.
La Direttiva individua azioni concrete che le amministrazioni devono mettere in atto, tra cui il piano triennale di azioni positive, moduli formativi obbligatori sul contrasto alla violenza di genere da inserire in tutti i corsi di gestione del personale e il Nucleo di ascolto organizzato.
A fine 2019 è stata condotta una rilevazione sui Comitati di garanzia, alla quale hanno partecipato 70 amministrazioni, tra enti locali e Regioni, Ministeri e agenzie fiscali, enti pubblici nazionali, Università, enti di ricerca, Sanità e uffici giudiziari.

Secondo i risultati in 40 amministrazioni non è presente il consigliere di fiducia, in 17 casi su 30 è interno.

Il Nucleo di ascolto è stato istituito in 12 amministrazioni, mentre 28 dispongono di un centro di ascolto attivo e 31 hanno emanato un codice etico, a fronte delle 63 che utilizzano, invece, un codice di comportamento.
Un documento del Senato fornisce utili informazioni sulle molestie sessuali sul lavoro nell’ordinamento italiano ed europeo.
Una nota breve del Servizio Studi del Senato, pubblicata nel mese di settembre 2019, riguarda il tema delle molestie sessuali con particolare riferimento al mondo del lavoro nell’ordinamento italiano e nell’ordinamento di tre diversi paesi dell’Unione europea: Francia, Germania e Spagna.
Per approfondimento: Servizio Studi del Senato della Repubblica, “Le molestie sessuali sul lavoro nell’ordinamento italiano e in Francia, Germania e Spagna”, Nota Breve n. 131 – settembre 2019.
Fonte: Inail, Puntosicuro