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L’OMS già nel 1948 ha definito la salute come “lo stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in un’assenza di malattia o d’infermità”.

L’art. 28 del D.lgs. 81/08 prevede che all’interno del DVR sia tenuto conto anche dei rischi relativi allo stress lavoro-correlato.
Con “benessere organizzativo” si intende “la capacità di un’organizzazione di promuovere e mantenere il più alto grado di benessere fisico, psicologico e sociale dei lavoratori in ogni tipo di occupazione” (Avallone e Bonaretti, 2003).

I temi del benessere e del clima organizzativo sono oggetto di discussione da molti anni e da qualche tempo anche di attenzione normativa.

È dimostrato da diversi studi che la capacità dell’azienda di diffondere e promuovere il benessere dei collaboratori abbia un forte impatto sull’efficienza e sulla produttività.
La motivazione, la collaborazione, il coinvolgimento, la corretta circolazione delle informazioni, la flessibilità e la fiducia delle persone sono elementi che portano a migliorare la salute mentale e fisica dei lavoratori, la soddisfazione degli utenti e, in via finale, ad aumentare la produttività.

Tanto più una persona sente di appartenere all’Organizzazione – perché ne condivide i valori, le pratiche, i linguaggi – tanto più trova motivazione e significato nel suo lavoro.

Dal 2008 tutte le pubbliche amministrazioni devono periodicamente realizzare indagini per rilevare lo stato di benessere dei lavoratori.
Tali indagini sono finalizzate non solo ad una ricognizione dello stato di salute dell’Organizzazione, ma anche all’implementazione di interventi volti al miglioramento del benessere dei lavoratori e, quindi, all’incremento della produttività.
Le imprese pur perseguendo l’obiettivo ultimo del profitto, non possono ignorare gli evidenti vantaggi che l’ambiente lavorativo sereno può apportare alla piena realizzazione degli individui e alla loro felicità, determinandone anche il senso di responsabilità e la motivazione al conseguimento di obiettivi con un impatto diretto sull’incremento del business.
Oltre ai vantaggi in termini di produttività e motivazione dei collaboratori, è opportuno sottolineare che i benefici erogabili ai dipendenti possono essere inquadrati nel rinnovato contesto del welfare aziendale.
Negli ultimi anni, il Legislatore Italiano ha reso sempre più conveniente a livello fiscale l’erogazione di benefit ai dipendenti da parte delle aziende.

Riferimenti per approfondimento:

  • Indagine sul “Benessere organizzativo” nell’ambito del progetto Good Practice promosso dal Politecnico di Milano (MIP) del 2016;
  • D.lgs. n. 150/2009 – ha attribuito agli Organismi Interni di Valutazione (OIV) il compito di condurre indagini sul benessere organizzativo;
  • D.lgs. n. 33/2013 – ha stabilito l’obbligo di pubblicazione dei risultati delle indagini sul benessere organizzativo (Testo Unico in materia di trasparenza delle PA);
  • Direttiva n. 3/2017 del Presidente del Consiglio dei ministri – linee guida contenenti regole inerenti all’organizzazione del lavoro finalizzate a promuovere la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro dei dipendenti.